Legnano celebra il primo Festival di Danze dal Mondo
Cinque scuole provenienti da tutto il Nord Italia per un viaggio nel mondo della danza di carattere. È in programma…
Le nubi nere all’orizzonte non sono svanite per decine di dipendenti, e le loro famiglie, della STF. Anzi.
La sorte della storica azienda di Magenta, con oltre 60 anni di attività che opera a livello internazionale nella progettazione, costruzione e montaggio di impianti per il settore energia e oil & gas, preoccupa moltissimo la FIM CISL Milano Metropoli che, per voce del suo responsabile Ermano Alemani, si è così espressa:
“Abbiamo il fondato timore che la situazione tra poco non potrà più essere recuperata.
Occorre agire in fretta e non perdere altro tempo. Adesso, dopo i nostri continui appelli abbiamo la percezione che la proprietà non sia ancora pienamente consapevole del punto critico in cui siamo arrivati”.
L’azienda dove oggi sono occupate 215 persone, con il mese di marzo ha aperto la procedura di concordato presso la sezione fallimentare del Tribunale di Milano.
“Dopo quasi due anni di cassa integrazione – osserva Alemani – lo scenario in questi ultimi mesi è notevolmente peggiorato.
Pertanto, se prima il rischio era quello di lasciare a casa alcune decine di persone, adesso, potremmo essere di fronte ad una ristrutturazione con effetti ben più pesanti sul personale”.
Ma a destare maggiore stupore nel rappresentante sindacale, è soprattutto il quadro di forte incertezza venutosi a delineare.
“A sessanta giorni dalla fine della cassa straordinaria – denuncia Alemani – si brancola nel buio. Non c’è un piano industriale, peraltro, richiesto da diverso tempo dai delegati sindacali.
Adesso, però, complice la procedura di concordato, il piano dovrà essere presentato gioco forza agli organi competenti”.
In questo senso, è di questi giorni la notizia in base alla quale le RSU della CISL promuoveranno a breve forme di agitazione.
“Il nostro intento – chiarisce Alemani – vuole essere di sollecitazione. In tutti questi mesi abbiamo mantenuto un comportamento costruttivo e responsabile con i nostri interlocutori e non è certo nostra intenzione stravolgere questo modus operandi.
Detto questo – prosegue il sindacalista cislino – è necessario avere un segnale dall’azienda.
Per adesso, la strategia del management appare impalpabile e obiettivamente non è un indizio rassicurante il fatto che il top manager italo australiano chiamato per assumere l’incarico di amministratore delegato, prima di Natale, abbia rassegnato le dimissioni”.
“Tra pochi giorni, peraltro, – informa Alemani – dovrebbe essere convocato il tavolo di confronto promosso dall’Amministrazione di Magenta per monitorare la situazione”.
“La FIM CISL – rimarca il sindacalista – è in contatto costante anche con Assolombarda. Ma ciò che più conta è capire dove vuole andare l’azienda.
Abbiamo, inoltre, la percezione che il 2016 abbia fatto registrare una chiusura molto pesante anche per quanto concerne i numeri del bilancio.
A questo punto – conclude Alemani – serve trasparenza, diversamente, non sarà possibile nemmeno pensare a forme di ristrutturazione perché sarà troppo tardi”.